11 marzo 2016 - Gazzetta di Mantova - Sos Scuola senza Frontiere "Sull’orlo della chiusura"

2016 03 11

Mantova. L’associazione si appella alla Curia: «Ci dia le aule gratis o ci ospiti in seminario». Dal Vietnam alla Libia: così l’italiano diventa la chiave dell’integrazione

MANTOVA. Il giro del mondo in settanta banchi. La geografia della speranza comprime lo spazio e allarga l’orizzonte: Vietnam, India, Pakistan, Ucraina, Egitto, Marocco, Libia, Somalia. Il puzzle si ricompone al numero civico 3 di via Vittorino da Feltre, dove l’associazione Scuola senza Frontiere onlus ha trovato casa nel 2013 (i locali appartengono alla Curia). L’intuizione è che la conoscenza della lingua è la chiave della relazione in una società altra dalla propria, distante per cultura e stili di vita. L’affanno è nei conti da far quadrare, nella burocrazia scivolosa dei bandi per ottenere i finanziamenti, nelle strozzature dell’accoglienza organizzata, nell’affitto (3mila euro all’anno) e nelle bollette (più di 2mila euro) da pagare.

Morale, la Scuola senza Frontiere è in bilico, sull’orlo della chiusura. A lanciare l’allarme è il presidente Sandro Saccani, ma senza piagnistei né puntando l’indice: l’amarezza trova la forma dell’appello. Alla Curia, innanzitutto, perché rinunci all’affitto o conceda le aule del seminario (dove già un’insegnante dell’associazione è ospitata per 6 ore alla settimana), a eventuali finanziatori privati perché riservino all’alfabetizzazione dei profughi la stessa generosità messa a frutto per cause altre, a chiunque possa dare una mano a orientarsi nella giungla dei bandi.

Passo indietro: l’associazione Scuola senza Frontiere nasce nel 2002, quando lo sbriciolamento delle Torri Gemelle ha già rovesciato gli equilibri geopolitici del mondo ma l’immigrazione verso l’Europa è ancora un flusso abbastanza ordinato. La situazione precipita nel 2011, con l’uccisione di Gheddafi e l’implosione della Libia: basta avere la pelle più scura per attirarsi addosso l’accusa di essere stato un mercenario al soldo del dittatore. Alla categoria degli immigrati economici si sovrappone così quella dei profughi. Nell’attesa che la commissione territoriale li convochi, i richiedenti asilo ciondolano in un limbo sfilacciato.

Anche a Mantova, dove Saccani bussa alla porta del prefetto per offrirsi d’insegnare l’italiano pure a questi stranieri. Oggi che l’alfabetizzazione figura tra le condizioni per partecipare ai bandi d’accoglienza non ci si pensa più, ma allora non era così scontato. Per questo il presidente della Scuola senza Frontiere confessa l’amarezza per l’esclusione dallo Sprar, il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati politici, finanziato dal ministero con 1,7 milioni di euro (dal 2014 al 2016) e attivato dalla Provincia. Niente piagnistei né indice puntato, però al piano terra del civico numero 3 di via Vittorino da Feltre la Curia ospita gratuitamente un’altra associazione di volontariato, che ogni giorno offre viveri a chi non riesce a mettere assieme un pasto. Le bollette? Le paga tutte la Scuola.

IGOR CIPOLLINA