Settembre 2019 - Etica, Salute e Famiglia - Esami a Scuola Senza Frontiere

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Periodico a cura del Consultorio Prematrimoniale e Matrimoniale UCIPEM di Mantova e dell'Associazione Virgiliana di Bioetica nuova edizione on-line

Settembre 2019

ESAMI A SCUOLA SENZA FRONTIERE

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Sapevo che Scuola Senza Frontiere - la piccola storica Associazione Onlus che da quasi vent’anni insegna italiano agli stranieri – era sede d’esame convenzionata con l’Università di Siena per la certificazione delle competenze linguistiche ma, non avendo mai assistito a un esame, non avevo capito bene come funzionasse. E così, quando ho saputo che vi era una sessione a fine luglio, in quanto insegnante della scuola mi sono proposta per collaborare alla sorveglianza.

Due erano le aule dove si svolgevano le prove: in una stava una decina di candidati per la certificazione di livello A2 integrazione (quella che permette a un cittadino straniero di avere il permesso di lungo soggiorno); nell’altra i candidati erano sedici, dieci donne e sei uomini, aspiranti alla certificazione B1 cittadinanza, quella che - unitamente ad altri requisiti – consente di ottenere la cittadinanza italiana. Mi ha favorevolmente colpito questa prevalenza femminile, chiaro segno di emancipazione.

Mi sono fermata in questa “classe” dove a sostenere l’esame c’era anche Juliana, una dei nove studenti ucraini dell’Università Cattolica di Leopoli, venuti a Mantova accompagnati da Padre Tares per migliorare il loro italiano, materia di studio nella loro Università. Quest’anno ricorre il ventesimo anniversario della mensile ospitalità estiva offerta dalla nostra Diocesi alla delegazione di Leopoli. Un segno di fraternità tra cristiani cattolici con fede uguale nel contenuto ma diversa nella sua espressione liturgica.

Juliana – almeno per ora – non pensa di diventare cittadina italiana: l’esame per la certificazione linguistica è  stata un’opportunità da noi offerta a chi  tra gli studenti conosceva meglio l’italiano, convinti che una certificazione ufficiale riconosciuta in tutta Europa avrebbe potuto comunque esserle utile.

Entro e subito a colpo d’occhio noto qualcosa di insolito: uomini e donne di diversa età e provenienza, diversi per il colore della pelle, degli occhi e dei capelli, eppure sul viso di tutti era dipinta la stessa leggera espressione di ansia e la comune inquietudine del “ce la farò?”.

Quando l’insegnante Amelia – abilitata presso l’Università di Siena quale somministratrice delle prove – è entrata con i plichi sigillati, la memoria è corsa ai nostri Esami di Stato: il brusio è diventato silenzio e le buste con i testi delle prove d’esame sono state aperte.

Fatto l’appello, controllati i documenti d’identità e assegnato a ciascuno  il codice a barre quale numero di matricola, le prove hanno avuto inizio. Sul computer portatile si è attivata la necessaria password e dai due altoparlanti una voce chiara ha cominciato a scandire i quesiti a risposta multipla da contrassegnare sugli appositi moduli.

Oggetto delle prove era non solo la conoscenza della lingua ma, attraverso l’uso della lingua, la verifica della conoscenza di comuni abitudini e di normali problemi e attività della nostra vita quotidiana. La prova scritta nelle sue varie modalità si è svolta secondo una tempistica preordinata: due ore e mezza, interrotte da un quarto d’ora di pausa.

Poi – fatte le firme di consegna - i fogli compilati sono stati imbustati, pronti da spedire a Siena perché si proceda alla valutazione degli esercizi.

Molto interessante è stato assistere alle prove orali, registrate per essere anch’esse poi spedite a Siena: nella prima parte il candidato doveva presentarsi e così ho ascoltato brevi storie di vita. Tutti erano in Italia da parecchi anni con le loro famiglie, con il loro lavoro e con i bambini che vanno a scuola; alcuni venivano da Comuni lontani: uno da Castelgoffredo, due da Guidizzolo… Una rumena ha raccontato con una punta di orgoglio di essere diventata nonna proprio qui in Italia, un’albanese aveva fretta perché doveva correre a casa dai figli lasciati soli, un iraniano temeva di arrivare tardi al lavoro… Brevi squarci di vita quotidiana di persone normali che proprio grazie alla padronanza linguistica si erano serenamente inserite nel nostro contesto socio-culturale ed che ora – se l’esame era andato bene - potevano diventare cittadini italiani a tutti gli effetti, con gli stessi nostri diritti e doveri.

“Tra circa un mese andate con internet sul sito dell’Università di Siena, seguite le indicazioni scritte su questo foglio e inserite il vostro codice di matricola: potrete conoscere direttamente l’esito dell’esame”. L’esame è finito. Spero tanto che sia andato bene per tutti!

Anna Orlandi Pincella